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Il D.A.SPO. urbano

Contenuto a cura
dell'Avv. Marco Gaetano Malara
Data creazione: 06 Nov 2020
Data ultima modifica: 06 Nov 2020

 

 

Il D.A.SPO. (è l’acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) è l’impedimento, al fine di contrastare soprattutto la violenza negli stadi durante le partite di calcio, all’accesso alle strutture sportive: quindi può essere considerata una misura preventiva comminata dalla autorità (solitamente il prefetto o il questore di un luogo teatro di una manifestazione sportiva) al fine di evitare violenze gratuite tra tifoserie.

Nel corso del tempo, numerosi tifosi sono stati raggiunti da tali provvedimenti, al fine appunto di prevenire situazioni violente per reprimere atti di violenza contro persone o cose.

Con la legge 47/2017 e successivamente con il decreto sicurezza 2018, veniva introdotto il “DASPO Urbano”, ossia una misura precisa al fine di reprimere episodi, spesso gratuiti di violenza durante manifestazioni non sportive ovvero situazioni di turbamento di libera fruizioni di aree. Con il predetto DASPO Urbano, il Sindaco, in via amministrativa, ha la possibilità di sanzionare o vietare l’accesso ad alcune aree della città a chi impedisce la libera fruizione di luoghi o mezzi di trasporto.

Con il pacchetto sicurezza emanato nel 2020, il DASPO Urbano si inasprisce: i soggetti che sono stati condannati anche con sentenza non definitiva, negli ultimi tre anni, per reati di vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope non possono stazionare nelle immediate vicinanze di scuole, plessi scolastici, sedi universitarie, locali pubblici o aperti al pubblico o pubblici esercizi che si trovino nei luoghi in cui sono avvenuti i fatti per i quali è scattata la condanna penale. In tali casi è prevista una pena (da 6 mesi a 2 anni) ed una multa (da 8.000,00 a 20.000,00 euro).

Pertanto si impedisce l’accesso a determinati esercizi pubblici o locali aperti al pubblico per determinate categorie di soggetti, anche se colpiti da sentenze non definitive: conseguentemente è stato rafforzato, proprio con il predetto Decreto sicurezza 2020, il contrasto allo spaccio di stupefacenti nei luoghi pubblici e nei locali aperti al pubblico, ampliando i poteri del Questore ed in prima linea delle Forze dell’ordine, quali agenti accertatori della violazione.

Si arriva per esempio ad irrogare tale misura ad un parcheggiatore abusivo che “esercita” la propria attività criminale in una pubblica piazza, si può allontanare un soggetto, gravato da specifici precedenti di polizia, in merito allo spaccio di sostanze stupefacenti; si può vietare la sosta o la permanenza in caso di ubriachezza violenta o tutti quegli atti che siano contrari alla pubblica decenza ovvero a soggetti che esercitano il “commercio abusivo”.


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