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Il danno da piaga da decubito

Contenuto a cura
dell'Avv. Marco Gaetano Malara
Data creazione: 03 Oct 2019
Data ultima modifica: 25 Feb 2020

La piaga da decubito è una lesione della pelle e dei tessuti sottocutanei dovuta alla pressione esercitata dal corpo contro un materiale più resistente, solitamente un materasso: questa lesione (solitamente si localizza sotto le caviglie, le natiche, la schiena e la nuca) si manifesta inizialmente con un arrossamento, per poi trasformarsi in vescica e nei casi più gravi in una ferita profonda che contamina muscoli e tessuti.

Tale piaga viene contratta da chi, per malattia, rimane nella medesima posizione per molte ore, solitamente in posizione supina: il danno da piaga da decubito è uno dei maggiori danni dei malati costretti a letto in strutture ospedaliere, la cui posizione non viene modificata diverse volte al giorno al fine di evitare il formarsi di queste aree infette, o in merito alla malnutrizione del paziente, all’incontinenza o al paziente particolarmente sudato che non viene cambiato.

Come ben noto, il paziente che viene ricoverato presso una struttura sanitaria pubblica o privata contrae con la stessa il cd. “contratto di spedalità”, grazie al quale il malato deve essere, tra l'altro, costantemente monitorato al fine di evitare l’insorgere, data la presumibile incapacità motoria totalmente o anche parzialmente limitata, delle predette piaghe da pressione.

Pertanto la struttura non solo deve evitare l’insorgenza della piaga ma anche provvedere all’immediata cura della stessa.

Insorta la piaga da decubito, una volta ottenuto il foglio di dimissioni all’interno del quale non fosse indicata l’insorgenza durante il periodo ospedaliero del ricovero delle piaghe da decubito, il paziente deve obbligatoriamente ed immediatamente recarsi presso un pronto soccorso, mostrando il foglio di dimissioni, affinchè venga certificata la presenza delle piaghe da decubito, ai fini della riconducibilità al ricovero dal quale il paziente è stato appena dimesso.

L’imputazione ascrivibile alla struttura è essenzialmente quella di aver omesso la predisposizione di tutti quegli accorgimenti sanitari atti ad evitare il danno da pressione: al fine di una valutazione preventiva esistono anche diverse scale mediche riconosciute (Norton, Norton Plus, Knoll Braden, Waterlow, Exoton – Smith) per un riscontro dell’insorgere della malattia che devono essere comunque utilizzate dal personale medico e para medico durante la cura e gestione del paziente. Ovviamente solamente la lesione più grave (dal III stadio in poi) ha una rilevanza risarcitoria, poiché comunque ha comportato un rallentamento nella ripresa del paziente ovvero è una concausa nel peggioramento dello stato di salute del paziente stesso.

A tal fine, la Regione Lazio, come anche altre regioni ha predisposto un documento di indirizzo per la prevenzione e la gestione delle lesioni da pressione nell’aprile 2018, documento che prevede essenzialmente la valutazione del paziente, l’elaborazione di un piano specifico di cura per il paziente e la conseguente gestione della lesione da pressione.

Già diversi tribunali di merito hanno affrontato il danno da lesione da pressione ed al fine di prevedere un eventuale risarcimento, tanto che si devono valutare le condizioni generali del paziente al momento dell’insorgere delle piaghe da decubito, al fine di verificare la menomazione che la piaga ha comportato nella malattia principale del paziente ovvero considerare la piaga da decubito come una ulteriore malattia insorta.

Per un ulteriore approfondimento, si prega anche di visionare il seguente link: https://piaghedadecubito.it/guida-completa-piaghe-da-decubito/ 


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